In occasione di Clavis 2023 abbiamo chiesto a Giulia, giovanissima volontaria, di raccontarci la sua prima esperienza nella manifestazione come cavia, ma anche il suo rapporto con la Croce Verde di Lucca. Buona lettura!

 

“Che hai fatto di bello sabato?”
“Mah, nulla di che… Le solite cose: ho fatto otto incidenti con l’auto, sono stata soccorsa bene o male da 24 persone diverse e ho ballato tutta la sera insieme a volti noti e facce mai viste prima, come se le conoscessi da una vita, condividendo con loro quante più emozioni si possano provare in meno di 24h.”
Sì, probabilmente risponderei così se qualcuno mi venisse a chiedere come ho trascorso l’ultimo fine settimana della mia estate 2023. Incredibile, vero?
Forse però è meglio essere un po’ più chiari, andando ad analizzare quanto di effettivamente reale ci sia nelle mie parole.
Sabato 9 settembre ho avuto l’occasione di partecipare al Clavis, uno dei molti eventi promossi e organizzati dalla Croce Verde di Lucca.
Si tratta, a tutti gli effetti, di una sfida tra squadre di volontari che si impegnano a risolvere, nei limiti di tempo prestabiliti, diversi scenari, prestando soccorso alle vittime nel modo più rapido e congeniale possibile.
Indubbiamente, essendo una gara, tutti i partecipanti ambiscono alla vittoria; ma a differenza di quella che può essere una vittoria di tipo sportivo, questa la si ottiene perché si è stati in grado di SALVARE DELLE VITE, fattore che attribuisce alla competizione un valore aggiunto.
Durante il gioco, al quale hanno partecipato ragazzi del Gruppo Giovani della Croce Verde, ma anche adulti delle associazioni di Lucca e dintorni, mi sono prestata a vestire i panni della vittima, interpretando la parte di una ragazzina petulante e lagnosa pronta a creare disturbo ai soccorritori.
Ho potuto provare sulla mia pelle l’accortezza di chi, in questo caso per divertimento, ma tutti gli altri giorni su emergenze reali, dona il proprio tempo a chiunque ne abbia davvero bisogno.
E’ esattamente questo che viene fatto 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, nelle diverse sedi di Pubblica Assistenza come la nostra.
Io, che mi sono unita a questa grande famiglia solo da poco più di un anno, ho avuto modo di sentirmi accolta e di capire che anche un piccolo gesto può avere una svolta determinante per la vita di un’altra persona.
Non ritengo esagerato paragonare la Croce Verde ad una famiglia.
Nel mio privato non sono mai stata particolarmente estroversa, ho sempre temuto un po’ i commenti altrui; motivo per cui, il più delle volte, tendo a rimanere da parte piuttosto che unirmi ai grandi gruppi gia formati, convinta di non poterne far parte.
L’ambiente che ho trovato è riuscito invece a farmi ricredere: è spontaneo, sincero, inclusivo ed aperto al confronto.
Sabato, una volta finita la competizione, ci siamo riuniti per mangiare e divertirci insieme.
Erano presenti uomini, donne, adulti, giovani, bambini; chi veniva da Lucca, chi da Pisa, chi da Lido di Camaiore.
Iniziata la musica una ragazza mi ha preso la mano. Non sapevo chi fosse, ma abbiamo ballato senza disagio né imbarazzo, poi via tutti insieme a fare il trenino come a capodanno e a muoverci sulle note di “Redefinition”.
Non c’era niente di forzato, tutti si divertivano, ridevano e piangevano di gioia nel vedere vincere alle “premiazioni Clavis 2023” i propri amici in gara, applauditi anche dalle squadre avversarie, tra salti, abbracci e brindisi.
Penso infine che, proprio sabato sera, mi sia stata detta una delle frasi più belle che potessi aspettarmi.
In un mondo ormai sempre pronto a puntare il dito, a lanciare commenti di odio, negativi, come i molti che si leggono sui social, parole come quelle che sto per riportare non sono scontate. Mi sento perciò di doverle rivolgerle a chi si è interessato a leggere l’articolo, come un piccolo ringraziamento per avermi prestato attenzione:
“Ricordati che di una cosa puoi essere certa: in Croce Verde non sarai mai giudicata”.
Lo so, può sembrare una frase banale; eppure, nel momento in cui l’ho sentita, ho provato un senso di leggerezza che mi auguro tutti possano sperimentare.
Questa grande famiglia è una realtà ben consolidata e presente da tantissimo tempo sul territorio, ma non sempre i ragazzi della mia età capiscono cosa voglia dire fare Volontariato e passare il proprio tempo libero in Croce Verde; motivo per cui mi auguro che le mie parole possano contribuire, seppur in minima parte, a farla conoscere maggiormente, così che possa crescere ancora di più.
Farne parte, d’altronde, non costa nulla, però posso assicurare che come esperienza è in grado di regalare molto, se si desidera far bene agli altri e, in fin dei conti, anche a se stessi.