Ciascuno di noi ha vissuto almeno un amore estivo, di quelli dalla durata fugace, di un bagno a mare o poco più, spazzati via dalle piogge di fine stagione. Il calore dovuto non soltanto all’afa, le notti insonni, la delusione e la nostalgia durante il viaggio di ritorno..Ma vale davvero per tutte le storie che nascono sotto l’ombrellone?

Eleonora e Giovanni, entrambi 70 anni portati benissimo – lei precisa di avere qualche mese in più: “tu pensa, mi sono fatta il toy boy!” – mi invitano nella loro accogliente casa di Marlia, in una tranquilla zona residenziale. Mi trovo lì per farmi raccontare la loro relazione, proprio un amore estivo, sbocciato in riva al mare. Per la precisione, alla spiaggia attrezzata della Croce Verde di Lucca, a Marina di Torre del Lago, nel settembre 2019.

Eleonora, vedova, ha alle spalle 48 anni di matrimonio con Rodolfo. La scomparsa del marito è un colpo molto pesante per lei, che rischia di entrare in una spirale negativa:

Giungevo da un matrimonio lungo 48 anni. Mi stavano venendo dolori tipici di chi rimane solo, non avevo voglia di uscire… Qualcuno me lo faceva notare, altri si offrivano di dare una mano – tutti ti aiutano, ma nessuno riesce a farlo veramente. Inoltre ero una “marito-dipendente”, senza di lui non mi muovevo. Insomma, la situazione non era delle migliori.

Le cose cambiano quando le giunge voce di un servizio che la Croce Verde di Lucca offre alle persone over-65: è il progetto Mare d’argento, con cui ogni anno l’Associazione, nei mesi di giugno e settembre, organizza giornate al mare presso il proprio stabilimento balneare a Torre del Lago. Eleonora si iscrive, entusiasta di quella scoperta; non conosce nessuno, nella comitiva, ma questa potrebbe essere una buona scusa per non doversi impegnare troppo nelle conversazioni. E poi c’è il mare: assieme al ballo, rivela, l’unica cosa che può trascinarla fuori da un periodo oscuro come quello.

Trascorrono i primi sette giorni di bagni, più di sole che a mare; così arriviamo al mercoledì della seconda settimana, quando avviene un incontro inaspettato. Al momento della partenza da Capannori, si avvicina all’autobus un signore baldanzoso, agile, dai movimenti sciolti. “Però”, si dice la signora. Lui chiacchiera, attacca bottone, fa telefonate; insomma, sembra un tipo interessante, estremamente dinamico. Eleonora lo adocchia, poi però si adagia nuovamente sul lettino, una volta giunta in spiaggia. A “disturbare” il riposo, tuttavia, ecco arrivare proprio quell’uomo distinto: “Signora, ma lei non la fa una passeggiata lungomare?” “Sì”, senza indecisioni, fa Eleonora. Le anche le dolgono, la testa non ha ancora deciso, da dove è arrivata quella risposta?

Galeotta fu la battigia, direbbe il poeta. I due chiacchierano di cibo, di conoscenze in comune, di passioni. Si scambiano i numeri di telefono, anche perché di lì a due giorni sarebbe tutto finito. E le cose vanno avanti, in maniera inaspettata, ma del tutto naturale. “Senza averla cercata”, confessa lui. Lei lo guarda in tralice e lo prende bonariamente in giro: “ma se andavi cercando una compagna, lo dicevi anche tu!” “Sì, però solo se fosse capitato…”. C’è complicità nei loro occhi, così come rispetto e gratitudine. Così Eleonora:

 

A 70 anni questa donna è tornata a piacersi di nuovo, pur nella decadenza fisica (ride, poi si baciano), a interessarsi di nuovo alle cose che accadono, nonostante la 5^elementare. Se il mondo ha bisogno anche di queste cose, ben venga! Quanto c’è di buono, anche quando noi ci crediamo finiti…La vita è un dono incredibile.

 

Eleonora è molto credente, ha bisogno di avere accanto qualcuno che cammini al suo fianco in questo percorso di fede. E Giovanni si rivela un compagno adeguato, anzi, vive forse ancor più intensamente la sua religiosità – ammette candidamente di ascoltare sempre Radio Maria, in macchina. I due vanno a convivere a casa di lui, anche se non è tutto rose e fiori: una volta, al termine di una pesante litigata, lei prepara le valigie; le cose poi si chiariscono, “ma quanta fatica con voi uomini”! sbotta la signora, che accusa la maggior parte del mondo maschile di scarsa voglia di parlare, di voler attendere che tutto passi da sé, senza affrontare i problemi di petto. Tuttavia, c’è un’altra situazione che mette a disagio Eleonora, ed è proprio la convivenza. Da parte sua, c’è la voglia di regolarizzare la relazione, di fare il grande passo del matrimonio. Giovanni è un po’ più indeciso: ci è già passato, ha dovuto affrontare il divorzio, “ma chi te lo fa fare?”, gli chiede qualcuno. In questo caso, a sbloccare l’impasse è una gita a Lourdes, durante la quale Eleonora va a confessarsi, sfogandosi e ricevendo consigli dal padre confessore. Una volta terminato, la donna si alza e vede avvicinarsi Giovanni, pronto per la confessione; così, lei inizia a fare versi e a indicarlo al sacerdote. Lo interpreta come un segnale, tanto più che, di fronte alla statua della Madonna, arriva il chiarimento finale e la decisione definitiva, da parte dei due innamorati, di procedere con il matrimonio.

 

Il 30 ottobre 2021, alla chiesina di San Pancrazio, il grande giorno. A festeggiarli la loro famiglia, una famiglia extralarge, dato che gli sposi avevano due figli ciascuno, ognuno con una storia altrettanto interessante alle spalle. Mi mostrano alcune foto dei tanti parenti, di ognuno tracciano un breve, ma significativo profilo. “Se hai un cuore grande, c’è posto per tutti”, commenta Eleonora. Le fa eco Giovanni:

 

A differenza di qualche nostra conoscenza, i nostri parenti ci hanno sempre incoraggiato a coltivare questa storia. Essere in due allunga la vita, la rende decisamente più bella. Abbiamo avuto discussioni, anche per sciocchezze, ma come dice papa Francesco, entro sera torna sempre la chiarezza. Il nostro è un bel rapporto perché pieno di amore, di battibecchi, di esperienze…insomma, vivo! Non si tratta soltanto di farsi compagnia, la viviamo pienamente.

 

Solo a questo punto, Giovanni mi rivela un’altra cosa. 

Cinquant’anni fa era volontario della Croce Verde di Lucca, la stessa associazione che, attraverso i suoi servizi, ha contribuito al suo incontro con Eleonora. Forse è come in quel gioco della Settimana Enigmistica, talvolta vanno uniti i puntini.

Ci avviciniamo alla conclusione della nostra chiacchierata. Dovevano essere pochi minuti, abbiamo sfiorato le due ore. “Se continui a parlare, ci scrive un romanzo”, la punzecchia lui. Risponde lei: “Con la mia vita, lo sai i libri che potevo scrivere, Giovanni?”. Mi alzo per togliere il disturbo, e giunge l’ultimo consiglio da parte di Eleonora:

 

l’amore è un lavoro giornaliero! È come un fiore, va curato quotidianamente. Oppure lo si può prendere finto (indica quelli che si trovano sul tavolo, ridendo), ma non è la stessa cosa.

 

Esco con il sorriso sulle labbra. In fondo, ha ragione anche chi canta che c’è una storia che nasce/e un’estate che muore.